Immagina un edificio che si prende cura di se stesso, un “supereroe” che non solo riduce il suo consumo energetico, ma genera anche la sua energia, proteggendo l’ambiente come farebbe una corazza invisibile. Gli edifici a energia quasi zero (nZEB) sono proprio questo: strutture progettate per essere quasi autosufficienti, un passo avanti verso un futuro più verde e sostenibile. In un mondo sempre più attento ai cambiamenti climatici, questi edifici sono la risposta a come costruire in modo intelligente, riducendo l’impatto sul nostro pianeta senza rinunciare al comfort. Ma esattamente che cosa sono gli edifici nZEB?

Gli edifici nZEB sono progettati per ridurre al minimo il loro fabbisogno energetico, puntando su un’architettura e tecnologie che consentano di consumare molta meno energia rispetto agli edifici tradizionali. Gran parte di questa energia viene prodotta direttamente in loco o nelle immediate vicinanze, grazie a fonti rinnovabili come pannelli fotovoltaici o impianti solari termici, che sfruttano l’energia naturale disponibile nell’ambiente circostante. Questi edifici puntano a minimizzare le dispersioni termiche, con sistemi che riducono al minimo le perdite di calore, garantendo un isolamento termico ottimale. In questo modo, ogni elemento dell’edificio, dall’involucro alle tecnologie impiantistiche, lavora in sinergia per massimizzare l’autoproduzione e ridurre al minimo l’energia necessaria per il riscaldamento, il raffrescamento e il fabbisogno elettrico.

nZEB edificio a energia quasi zero

Quali sono le normative di riferimento?

Ogni paese membro UE ha recepito le Direttive Europee e definito criteri e requisiti per la realizzazione degli edifici ad energia quasi zero. Secondo la Direttiva Europea 2010/31/UE (EPBD), tutti i nuovi edifici devono essere nZEB a partire da Gennaio 2021, mentre per gli edifici pubblici l’obbligo è già in vigore dal 2019. La stessa ha stabilito le linee guida per la transizione verso gli edifici a energia quasi zero, chiedendo agli Stati membri di definire standard e requisiti minimi di prestazione energetica.

In Italia, il recepimento della normativa è avvenuto attraverso il Decreto Legislativo 192/2005, successivamente integrato dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2015, noto come “Decreto Requisiti Minimi”. Questo decreto definisce i parametri tecnici per progettare edifici nZEB, tra cui:

  • Isolamento termico ottimale per ridurre le dispersioni di calore;
  • Utilizzo di sistemi impiantistici ad alta efficienza energetica;
  • Integrazione di fonti di energia rinnovabile, come pannelli fotovoltaici e solari termici;
  • Sistemi di ventilazione meccanica controllata per garantire il ricambio d’aria con un basso consumo energetico.

Inoltre, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) punta a incentivare la costruzione di edifici nZEB per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050.

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Innumerevoli benefici per l’ambiente, ma anche tante difficoltà

Nonostante i benefici tangibili e i vantaggi ambientali, sono presenti delle problematiche da affrontare per poter effettuare la transizione e stimolare la diffusione degli edifici nZEB. Il principale ostacolo riguarda i costi iniziali più elevati, associati alla progettazione e costruzione di questa tipologia di edifici. L’integrazione di tecnologie avanzate, come sistemi di isolamento ad alte prestazioni o impianti di energia rinnovabile, comporta un investimento iniziale indubbiamente maggiore rispetto agli edifici tradizionali. Tuttavia, questa spesa viene poi ammortizzata sul lungo periodo, grazie alla significativa riduzione dei costi operativi legati al consumo energetico. Gli edifici nZEB, infatti, garantiscono un minor fabbisogno energetico e, di conseguenza, bollette più basse.

Inoltre, l’autoproduzione di energia attraverso fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico, riduce ulteriormente la dipendenza dalle risorse esterne. A lungo termine, dunque, l’investimento iniziale si traduce in un risparmio economico, rendendo questi edifici non solo una scelta ecologica, ma anche finanziariamente vantaggiosa. Nonostante ciò, l’alto costo iniziale può ancora rappresentare un deterrente per molti, rendendo necessario il supporto di incentivi fiscali e politiche pubbliche che ne favoriscano la diffusione.

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Ristrutturazione e scarsa informazione tra gli ostacoli agli edifici nZEB

Un altro importante aspetto riguarda la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, che rappresenta una delle sfide più complesse nell’ambito della transizione verso gli edifici a energia quasi zero. Adattare strutture preesistenti agli standard nZEB implica spesso interventi più delicati e costosi rispetto alla costruzione di nuovi edifici, ancora di più quando si tratta di strutture in quartieri storici, che presentano vincoli e normative specifiche. La difficoltà sta nel dover integrare soluzioni energetiche moderne in strutture che, per design e materiali, non sono state pensate per essere efficienti dal punto di vista energetico. L’isolamento termico, l’adeguamento degli impianti e l’implementazione di sistemi di produzione di energia rinnovabile richiedono una progettazione meticolosa e una certa dose di innovazione.

Infine, un’ulteriore difficoltà riguarda la scarsa consapevolezza da parte dei consumatori riguardo ai benefici che questi edifici possono offrire. Molti acquirenti o potenziali inquilini non sono ancora pienamente informati sui vantaggi a lungo termine che gli edifici a energia quasi zero possono garantire o, al contrario, non possono sopperire all’investimento iniziale. A fronte di ciò, è essenziale, da un lato, promuovere una maggiore sensibilizzazione e informazione e, dall’altro, sarebbe opportuno ipotizzare una serie di incentivi, come quelli degli ultimi anni, per garantire che le persone possano affrontare le spese iniziali, per poi ottimizzarle sul lungo periodo.

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Qual è il futuro degli edifici nZEB in Italia?

Con l’evoluzione delle tecnologie e il rafforzamento delle normative, gli edifici a energia quasi zero diventeranno ben presto lo standard per il settore edilizio. Per accelerare questa transizione, prima di tutto, è necessario incentivare economicamente la costruzione di edifici nZEB, ad esempio attraverso detrazioni fiscali e finanziamenti agevolati, che rendano più accessibile la realizzazione di queste strutture. Allo stesso tempo, occorre incrementare le attività di formazione e sensibilizzazione, tanto per i professionisti del settore quanto per i cittadini, affinché si comprenda l’importanza e i vantaggi di questa tipologia di edifici. Inoltre, è cruciale stimolare una maggiore collaborazione tra il settore pubblico e privato, che possa dare vita a soluzioni innovative e praticabili per rendere gli edifici nZEB una realtà diffusa.

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